L'abbazia di Santa Maria in Silvis (o, meno correttamente, Sylvis) è un monastero fondato nel 730-735 e che dal 762 appartenne ai benedettini. Anche se nei primi secoli l'abbazia forse non possedeva un sistema di difesa, una prima cinta muraria fu sicuramente realizzata a partire dal X secolo, dopo le devastazioni operate dagli ungari. Nel 1431 vi erano ben sette torri di difesa, come rappresentato nel sigillo di Tommaso de' Savioli, ultimo abate residenziale. Ora ne rimane una sola (foto 1,4), che funge anche da ingresso al complesso; in origine era dotata di un ponte levatoio. La facciata è dominata da un affresco rappresentante un leone di San Marco, risalente alla fine del Quattrocento. Oltrepassata la torre di ingresso si accede all'ampio cortile, recentemente pavimentato, sul quale si affacciano tutti gli edifici principali del complesso abbaziale. Proprio di fronte all'ingresso è posto il campanile (foto 3), alto 33,60 m con base quadrata di 7,70 m e costruito totalmente in mattoni. Ci sono poi il portale rinascimentale, il Palazzo della Cancelleria, l'antica e la nuova residenza abbaziale (foto 5-8). Attraversato il portale si accede al vestibolo della chiesa (foto 9-10). È una sala di circa 5,10 x 10,30 m e ricoperta da un potente soffitto ligneo, che risale al periodo dell'abate commendatario Pietro Barbo (il futuro papa Paolo II), come è attestato dalla presenza del suo stemma in vari punti del soffitto. Il vestibolo è caratterizzato dalla presenza dei due cicli di affreschi (foto 11-15) del Paradiso (parete meridionale) e dell'Inferno (parete settentrionale), opere della attività tarda del pittore toscano Antonio da Firenze, coadiuvato dalla sua bottega di cui faceva parte anche il giovane Pellegrino da San Daniele. Otre l'atrio si prosegue verso l'inrerno dell chiesa (foto 16-19). Sotto la parte absidiale si estende la cripta, ristrutturata tra il 1907 ed il 1914, quando vennero avviati i grandi lavori di restauro. Al centro della cripta è posta l'Urna di Sant'Anastasia, costituita da un unico blocco di marmo di origine greca (foto 20,21). Secondo studi recenti, l'urna è stata realizzata da maestranze cividalesi e dovrebbe risalire all'VIII secolo. La cripta è completata da due absidi laterali dove sopra i rispettivi altari sono poste una Annunciazione in marmo ed una Pietà. La Pietà (nota anche come Vesperbild), opera di origine austriaca e risalente agli inizi del XV secolo, appartiene ad una serie di manufatti presenti in regione ed anche in altre aree dell'Adriatico settentrionale che segnalano la diffusione del tema della pietà cristiana (foto 22,23).