Nel ‘400 le signorie di Leonello, Borso d’Este ed Ercole I, portarono a Ferrara un periodo di grande rigoglio culturale e artistico. L’aspetto della città è il risultato di una serie di interventi voluti dagli Estensi secondo un piano di definizione dell'area urbana legato alla politica accentratrice della potente famiglia che ne hanno fatto un modello urbanistico unico nella storia. La forma della città rinascimentale si è generata dalla fine del'300 e ha continuato a definirsi fino a tutto il '500, secondo quattro diverse fasi di sviluppo, identificate come: Addizione di Niccolò II, Addizione di Borso d'Este e Addizione Erculea. L'itinerario propone un percorso pedonale da sud a nord tra le Addizioni, toccandone alcuni tra i luoghi principali. Già nel 1386 Niccolò II diede avvio ad un ambizioso progetto urbanistico di ampliamento della città, noto come “prima addizione”. Per collegare il Castello e le residenze della corte con le sedi del governo cittadino e i principali luoghi simbolo della città, Niccolò II volle creare l'asse stradale della via di San Francesco (oggi corrispondente alle attuali via Voltapaletto e Savonarola). Su questa strada principale, partendo dal Castello si incontravano la Cattedrale, la chiesa di San Francesco e si arrivava fino al Palazzo Schifanoia (foto 2), iniziato in quell'occasione e ultimato più avanti da Leonello d’Este. In questa parte della città vale lapena di visitare i musei di Casa Romei (foto 3-5) e Casa Rossetti (foto 1). La seconda addizione della città di Ferrara iniziò nel 1451 con Borso d'Este che affidò il progetto dapprima a Pietrobono Brasavola e poi a Pietro Benvenuto degli Ordini. Lo sviluppo di una nuova area venne orientato verso sud, spostando la cinta muraria e inglobando i quartieri dei Sant'Antonio a sud-ovest e del Polesine. Ercole I decise di realizzare una radicale trasformazione della città, con l’ampliamento urbanistico, la costruzione di una nuova cinta di mura difensive e la razionalizzazione del sistema viario. Venne quindi avviata la “seconda addizione”, conosciuta anche come Addizione Erculea, un intervento urbanistico di grande respiro che raddoppiò l’area urbana e ridisegnò l’assetto delle strade. Questa impresa venne affidata verso il 1492 a Biagio Rossetti. Rossetti sulla base dei due assi ha disegnato una rete di strade ortogonali lunghe e rettilinee collegando con chiarezza i quartieri già esistenti in continuità con il tessuto preesistente rendendo possibili ulteriori sviluppi. Per la sua modernità ed efficacia il progetto rossettiano può essere considerato come un attuale “piano regolatore”, comprendente l’individuazione di aree a destinazione diversa: di tipo residenziale, produttivo, di servizio, di aggregazione sociale, di rappresentanza, ecc. All’incrocio dei due principali assi di via degli Angeli e via dei Prioni si inseriscono come punti di riferimento della città tre edifici qualificanti e facilmente riconoscibili: Palazzo dei Diamanti (foto 8-14), Palazzo Prospero Sacrati, progettati dallo stesso Rossetti e Palazzo Turchi-di Bagno. È significativa l’attenzione che l’artista ha riservato alla definizione dei particolari d’angolo dei tre edifici, inserendo elementi come balconi (foto 10-11), paraste e contrafforti molto caratterizzati. Palazzo dei Diamanti, originalissimo per il suo rivestimento a bugne e piramidali (foto 13-14), è stato concepito per essere visto di scorcio. L’angolo, evidenziato dal balcone angolare e dalle paraste con classiche candelabre a rilievo, qualifica esteticamente l'area di incrocio. Fa parte dell'addizione Erculea anche Piazza Ariostea, anticamente piazza nuova (foto 6), su cui si affacciano notevoli edifici tra cui spicca, tra gli altri, Palazzo Rondinelli (foto 7).