La basilica di Santa Prassede è situata nei pressi della basilica di Santa Maria Maggiore, nel rione Monti. La chiesa ha origini molto antiche. Attorno alla basilica di Santa Maria Maggiore sorsero molte chiese, tra cui, come attesta una lapide del 491, un titulus Praxedis. Questo fa riferimento alle vicende della famiglia del senatore Pudente (I secolo d.C.), che la tradizione enuclea tra le prime persone convertite a Roma dall'apostolo Paolo. Con Pudente si convertirono al cristianesimo anche le figlie Pudenziana e Prassede. Pudente possedeva una villa i cui resti sono nove metri sotto l'attuale basilica, nella quale nascondeva i cristiani perseguitati, secondo alcune fonti anche l'apostolo Pietro. Quando Pudente subì il martirio, Prassede e Pudenziana, con il consenso del Papa Pio I fecero costruire nel 142/145 c.a un battistero per battezzare i i nuovi cristiani. Anche Prassede e Pudenziana subirono il martirio durante le persecuzioni di Antonino Pio. Alla morte di Pudenziana, Prassede utilizzò il patrimonio della sua famiglia per costruire una chiesa "sub titulo Praxedis". La chiesa attuale invece si deve al rifacimento operato da papa Pasquale I nell'817, che costruì un nuovo edificio sacro al posto del precedente, ormai fatiscente. La nuova chiesa era destinata ad accogliere le ossa dei martiri sepolti nel cimitero di Priscilla. Fin dal IX secolo la chiesa era inserita nel tessuto edilizio a tal punto che la facciata non era visibile dalla strada, come lo è tuttora. La pianta della Basilica prende come modello la pianta della primitiva Basilica di San Pietro, con una navata centrale, due navate laterali divise da colonne, un transetto e un'abside, all'esterno un portale con scalinata e un portico. La zona del presbiterio così come appare oggi, è dovuta ai rifacimenti voluti dal cardinale Lodovico Pico della Mirandola a seguito delle direttive emanate dal Concilio Straordinario Romano del 1725 voluto da Papa Benedetto XIV ed eseguiti tra il 1728 e il 1734 su progetto di Francesco Ferrari. I belleissimi mosaici paleocristiani sono il principale motivo d'intereses dell'edificio (foto 1-12 e 14-18). L'iconografia del catino absidale è suddivisa in due parti. Nella parte superiore, è collocato al centro, tra nuvole stilizzate, il Cristo in piedi con aureola dorata, in cui campeggia una croce azzurra; egli ha la mano destra alzata per mostrare i segni dei chiodi e la mano sinistra racchiusa attorno ad un rotolo. Sopra il Cristo è la mano di Dio Padre, che, emergendo tra le nuvole, impone al figlio la corona della gloria. Ai lati di Gesù si trovano: alla sua sinistra le figure di san Pietro, santa Pudenziana e un diacono (la cui identificazione è incerta); alla sua destra le figure di san Paolo, santa Prassede e di papa Pasquale I (con l'aureola quadrata che contraddistingue i vivi, e che presenta un modello della chiesa offrendolo a Gesù). Questi sette personaggi sono racchiusi in uno spazio delimitato da due palme, che richiamano il paradiso. Nella parte inferiore del mosaico absidale sono rappresentati 13 agnelli. Al centro è Cristo, Agnello pasquale, posto su una piccola altura da cui sgorgano i quattro fiumi del paradiso, che scorrono nella direzione dei quattro punti cardinali (simbolicamente rappresentano anche i quattro evangelisti). L'iconografia dell'arco absidale (foto 6-12) fa riferimento al libro dell'Apocalisse, capitoli Apocalisse 4-5. Al centro dell'arco, è posta la figura di Cristo-Agnello, all'interno di un medaglione blu: egli è seduto su un trono, ai cui lati ci sono i sette candelabri, che l'Apocalisse identifica con le chiese dell'Asia. Completano la rappresentazione quattro angeli e i simboli dei quattro evangelisti. In basso, ventiquattro vegliardi: tutte queste figure sono equamente distribuite nella parte destra e sinistra dell'arco absidale. L'iconografia dell'arco trionfale ( foto 2-5) fa riferimento al capitolo 21 del libro dell'Apocalisse. Al centro dell'arco, all'interno di una cittadella stilizzata (che rappresenta la Gerusalemme Celeste), sono raffigurati 21 personaggi. Al centro c'è Cristo con tunica rossa, affiancato da due angeli; al di sotto di questi, a sinistra le figure di Maria e Giovanni Battista, a destra santa Prassede. Seguono i dodici apostoli, sei per lato. Ancora più stupefacenti, se possibile, sono i mosaici della Cappella di San Zenone, fatta erigere da Pasquale I come luogo di sepoltura per l’amata madre Teodora (foto 14-18). Tra santi in trono, scene con la liberazione dagli inferi di Adamo ed Eva da parte di Gesù, figure vegetali e animali, è nella volta che si presenta il vero trionfo. Quattro angeli che sembrano poggiarsi sulle quattro colonne poste negli angoli della cappella, sorreggono il clipeo con il Cristo Pantocratore (benedicente alla maniera bizantina), vestito con una tunica dorata, con nelle mani il rotolo con i sigilli.